Salute e Malattia Spirituale
a cura di Padre Gianni De Paola,Naturopata,Esicasta, Esorcista
I Padri identificano la Salute dell’uomo con lo stato di “perfezione” (relativa) alla quale inizialmente era destinato per sua natura; Dio, ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza (cfr. Genesi 1,26) ponendo quindi nel suo essere il potenziale divino. “Io riflettei: Siete Dei”, ci dice attraverso la voce del salmista ( Sal. 82 [81],6).
L’uomo attraverso l’immagine di Dio che è in lui, (quindi attraverso le facoltà spirituali, tra cui l’intelligenza), è naturalmente capace di riconoscere il suo Creatore e orientare tutto il suo essere verso Dio. L’uomo è virtuoso per sua stessa natura perciò il Signore si rivolge a lui dicendo << Siate fecondi e moltiplicatevi >> (Gn 1,28); <<Siate santi per me, perché santo sono io>> (Lv 20,26); <<Siate perfetti, come perfetto è il Padre vostro che è nei cieli>> (mt 5,48).
Lo stato paradisiaco di Adamo era lo stato di Salute, perché viveva secondo la sua natura deiforme ignorando ogni turbamento dell’anima e quindi del corpo, in pratica non era soggetto allo stato di malattia. Con il peccato originale, Adamo si è allontanato dalla “condizione” in cui Dio lo aveva posto, allontanandosi da quell’area di “equilibrio” psico-fisico e dalla Fonte di ogni perfezione; questa nuova “condizione” di squilibrio (disobbedienza) indebolirà in lui le virtù per il fatto di discostarsi da quella immagine e somiglianza di Dio primordiale. L’uomo da quel momento dimentica qual è la sua vera natura, ignora il suo vero destino e perde ogni nozione della sua Salute originaria. Con l’incarnazione del Cristo, Dio concede all’umanità la possibilità di recuperare quella perfezione e dunque quell’equilibrio spirituale, mentale e quindi somatico che è la Salute ovvero la Theosis, la divinizzazione il tornare a vibrare all’unisono con il Creatore.
<<Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo>>. Gv. 10, 9
Attraverso l’adozione filiale in Cristo, l’imitazione di Cristo e attraverso l’esercizio delle virtù, l’uomo torna uomo integrale, perfetto e adeguato alla sua autentica natura.
<< L’assimilazione al Cristo è la salute e la perfezione dell’anima>> (San Gregorio Palamas, Triadi)
Sant’Isacco il Siro, nei suoi discorsi ascetici (81) ci fà notare come i nostri Padri per giungere alla perfezione e alla somiglianza con Dio, non smettono di accogliere in se stessi, totalmente, la vita del Signore Gesù Cristo, esercitando le virtù per farle crescere e raggiungere il pieno sviluppo. In questo è la natura primordiale dell’uomo, l’esercizio delle virtù, in particolare quella che è a coronamento di tutte, la carità.
Ma come possiamo fare noi uomini del nostro tempo tutto questo? E’ davvero fattibile?
Personalmente, osservo l’uomo contemporaneo e lo vedo affannoso, in preda ad un isterica ricerca di un senso alla propria vita, alla ricerca di una appagante salvezza che sembra sgretolarsi tra le mani, aggrappate sempre a nuove dottrine, nuove esperienze e tendenze che promettono di tenere vive e accese le nostre passioni e con esse sentirsi vivi.
ahimè è tutto l’opposto però perchè non già l’alimento delle passioni, ma la pratica delle virtù che salva l’uomo riportandolo alla sua condizione di equilibrio naturale e primordiale e di lì, prendere consapevolezza che siamo stati creati per contemplare la natura visibile e per essere iniziati al mondo intelligibile. (cfr. S. Simeone il Nuovo Teologo).
<< La salute dell’anima, è la conoscenza>>. (San Talassio)
A questo punto è chiaro che se la condizione di Salute Spirituale dell’uomo è data dal suo tornare a essere il quanto più possibile a immagine del Signore attraverso l’esercizio delle virtù, la condizione di Malattia và da sé che è data da ogni azione che allontana l’uomo dal suo percorso di deificazione e quindi da Dio, il peccato! Il peccato è ogni azione per la quale l’uomo allontana le sue facoltà dal loro fine naturale e quindi agisce male. Agire male, è uscire dalla buona via, contraddire la propria natura, la propria essenza. ( cfr. Dionigi l’Areopagita).
<<l’agire male, è il cammino che devia dalla secondo-natura verso il contro-natura>>.
( S. Giovanni Damasceno - Esposizione esatta della fede ortodossa, IV, 20)
Adamo ed Eva, cadono nel peccato di disobbedienza, e mangiando dell’albero della “Conoscenza del Bene e del Male”, acquisiscono in potenza, la virtù del libero arbitrio, ma di fatto, avendo disobbedito e quindi non rimanendo in perfetta somiglianza e assonanza con il Creatore, le loro virtù (tutte) si indeboliscono. Lo squilibrio, la dissonanza rispetto alla propria naturale essenza divina, sarà da quel momento perpetrato a tutta la discendenza di Adamo. Quindi noi non ereditiamo la colpa di Adamo, come erroneamente qualcuno dice, ma la conseguente distonia impetrata all’uomo nella sua essenza, dal peccato di Adamo. Ereditiamo il danno genetico causato dal male agire di Adamo.
Tutti, indistintamente ereditari di questo danno, abbiamo ricevuto dal Signore nostro Dio, le istruzioni per riparare, contenere il danno e recuperare quell’equilibrio quella Salute spirituale attraverso il Buon Combattimento, cioè il continuo sforzo di non agire contro la nostra essenza, di non cadere nel peccato e quindi aggravare la nostra condizione di Salute che già patisce le conseguenze del peccato di Adamo. Perseverare nel peccato porta lo stato di Malattia spirituale a peggiorare, fino alla morte dell’anima.
Concludo, con le parole di San Gregorio Palamas che rendono molto chiaro tutto quanto scritto e detto in precedenza:
<<Quando l’anima lascia il corpo e si separa da esso, il corpo muore; allo stesso modo, quando Dio lascia l’anima e si separa da essa, l’anima muore>>. ( S. Gregorio Palamas Omelie,16).