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sabato 5 agosto 2023

Convenzione Institut Montpensier - Unisag

 

Convenzione

Institut Montpensier

(Istituto Universitario di Scienze Umane)

e

Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo (UNISAG)

 

E’ stata sottoscritta tra la nostra struttura accademica per la formazione teologica del clero e dei fedeli ortodossi UNISAG (Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo) e  Institut Montpensier, istituto universitario di lingua francese per l’insegnamento e la ricerca multidisciplinare  che prende il nome da Francesco di Borbone, Duca di Montpensier, Principe Sovrano di Dombe e Delfino d’Alvernia (1542-1592), grande servitore dello Stato che volle promuovere il mantenimento della pace civile e l’unità del regno. Questo istituto universitario per la ricerca scientifica e l’insegnamento si sviluppò in occasione della il rilancio del processo di cooperazione euromediterranea e di Barcellona I e II (1995-1999). Nell’ambito della cooperazione euromediterranea, l’Istituto ha avviato collaborazioni con enti di ricerca e di insegnamento al fine di rafforzare la cooperazione internazionale nei campi della conoscenza, della ricerca e della formazione.

In questo contesto annovera tra i suoi partner le università di Rabat, Marrakech e Agadir.

L’Institut Montpensier mira a incoraggiare la ricerca interuniversitaria e favorire le relazioni tra ricercatori, membri della società civile e ONG attraverso partenariati internazionali con organizzazioni di ricerca e insegnamento.

L’Institut Montpensier lavora per la nascita di progetti di ricerca internazionali con l’obiettivo di essere una delle piattaforme universitarie per la cooperazione scientifica nell’area euromediterranea.

La sua vocazione è quella di promuovere la ricerca interuniversitaria, deve assumere un ruolo di scout, soprattutto in questi tempi di tensioni identitarie o nazionali, e di facilitatore delle interazioni tra ricercatori, membri della società civile e ONG.

Nell’ambito della cooperazione euromediterranea e africana, l’Istituto intende avviare partnership con enti di ricerca e di insegnamento al fine di rafforzare la cooperazione nei campi della conoscenza, della ricerca e della formazione. collaborare con organizzazioni come il Centro di studi internazionali sulla romanità dell’Università di La Rochelle. Associazione Mediterranea, nonché progetti di partenariato in via di definizione con le università di Belgrado (Serbia), Genova (Italia). La nostra prospettiva è quella di creare una prima sede in Sardegna UNIPHI CAMPUS CARLO ALBERTO

Le infrastrutture dell’Istituto sono costituite da diversi centri di ricerca tra cui l’International Center for Research on Public Policy (CERIPP) e il René d’Anjou Humanities Laboratory (LAHRA). È nell’ambito dell’attività di questi due laboratori che è stato sviluppato un programma di ricerca triennale (2023-2025) sulle sfide della multidisciplinarietà e sul rapporto tra conoscenza e intelligenza artificiale. Questo con l’obiettivo di diventare un centro di cooperazione nella ricerca scientifica in Europa e in Africa

e lUniversità Ortodossa San Giovanni Crisostomo

L’Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo (UNISAG) è una struttura accademica della Chiesa Ortodossa Italiana, comunità religiosa fondata l’8 giugno 2014 a San Michele Mondovì (CN), per costituire una realtà nazionale indipendente da giurisdizioni straniere. La Chiesa Ortodossa Italiana rappresenta una comunità giovane, ma nel contempo antichissima, perché rigorosamente fedele alla Verità del Cristianesimo originario e ai canoni della Chiesa indivisa del primo millennio. La Chiesa Ortodossa Italiana è orgogliosa della propria autonomia e delle proprie peculiarità ma contemporaneamente, desidera un dialogo costante con ogni realtà del Cristianesimo Ortodosso e non,  nazionale ed internazionale, tanto che è in comunione con diverse chiese autocefale e fa parte di importanti organismi internazionali quali l’UICOA – Unione Internazionale delle Chiese Ortodosse Autocefale.

La più alta struttura di formazione teologico-religiosa della Chiesa, della quale è Rettore l’Arcivescovo Metropolita mons. Filippo Ortenzi è l’Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo, con sede centrale a Roma e sedi distaccate a Brescia, Foggia, Catania e al Cairo (Egitto).

 

L’Università è regolata dal Canone 42 dal  Codex Canonum delle Chiesa Ortodossa Italiana. Per la preparazione dei propri chierici, monaci e per i fedeli che vogliono approfondire la loro cultura religiosa la nostra Chiesa ha istituito una Università Teologica denominata: Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo per curare la preparazione accademica nella conoscenza dell’ortodossia antica e contemporanea, con particolari attenzioni alle tradizioni storiche, liturgiche, teologiche, umanistiche e culturali. Dall’Università, che potrà avere succursali in tutte le Diocesi ed Esarcati, dipendono i Dipartimenti: 1) Storia, Teologia e Spiritualità Ortodossa (dott. Max Giusio); Scienze Storico-Religiose (dott. Max Giusio); Araldica Ecclesiastica (conte Enzo Modulo Morosini) e Scienze Ambientali e del Creato (ing. dott. Ambrogio Giordano).

L’Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo che, fino ad ora, si è caratterizzata per corsi di Storia, Spiritualità e Teologia Ortodossa, Esicasmo ed Esorcismo è iscritta quale Ente di Formazione e Ricerca al R.T. della Comunità Europea al n. 686411142111-53

ACCORDO

Questo accordo si basa sul principio di reciprocità ed esprime l’interesse di entrambe le Parti nello scambio di studiosi, ricercatori, studenti informazioni accademiche e materiali nella convinzione che l’istituzione di tale programma di cooperazione aumenterà la qualità di processo di ricerca e d’istruzione.

  1. Le parti convengono nell’incoraggiare lo sviluppo dei seguenti programmi di scambio basati sulle rispettive esigenze accademiche, di ricerca e di istruzione:

– Scambi di docenti e ricercatori

– Mobilità studenti ( universitari, laureati, dottorandi )

– Tirocini e studenti in visita

– Organizzazione di corsi di laurea congiunti ( doppio diploma )

– Organizzazione di programma di ricerca congiunti

– Organizzazione di conferenze e seminari

– Organizzazione di altri scambi accademici di interesse per entrambe le istituzioni

– Organizzazione di corsi di formazione con relativi attestati

– Organizzazione di corsi parauniversitari

– Organizzazione di corsi specializzati per enti e imprese

  1. Le Parti riconoscono che l’attuazione di qualsiasi scambio dipenderà dagli interessi accademici e formativi e di ricerca nonché dalle competenze dei singoli docenti e dei ricercatori e dalla disponibilità di risorse finanziarie.

Di conseguenza, l’attuazione di ciascun programma basato su questo accordo deve essere negoziata e determinata separatamente da entrambe le Parti.

  1. Le Parti concordano nell’organizzare eventi congiunti per rafforzare gli scambi reciproci.
  2. I programmi di cooperazione annuali saranno pianificati e presentati alle autorità amministrative competenti, così come le relazioni annuali prodotte da ciascuna parte e inviate all’altra, insieme a suggerimenti per miglioramenti.
  3. Il presente accordo non impone alle Parti alcun obbligo finanziario opatrimoniale. Con esso si intende descrivere la natura e suggerire le linee guida della cooperazione così come sopra descritte. Pertanto, nulla incide sulla piena autonomia di entrambe le istituzioni, né eventuali vincoli saranno imposti agli altri nel portare a termine quanto sottoscritto.
  4. L’accordo entrerà in vigore il giorno in cui i rappresentanti di entrambe le parti lo sottoscriveranno e resterà in vigore per un periodo di 5 ( cinque ) anni, tempo necessario per conoscersi e solidificare il rapporto facendolo crescere e motivandolo. 

Resta inoltre inteso che ciascuna istituzione può recedere dall’accordo in qualsiasi momento, previa consultazione al fine di evitare eventuali disagi per l’altra istituzione.

L’accordo è stato sottoscritto tra il Rettore dell’UNISAG S.B. Mons. dott. Filippo Ortenzi e il dott. Giuseppe Scibilia, responsabile delle pubbliche relazioni e delle relazioni esterne en Italia, rappresentare legale dell’Instituto Montpensier -UNIPHI -Campus CARLO ALBERTO

 

Chiesa Ortodossa Italiana

Via Appia Nuova n. 612  – 00179 ROMA

telefono: +39 0621119875 – email: chiesaortodossaitaliana@gmail.com  C.F. 930053400045

lunedì 10 luglio 2023

Bioetica: l'aborto

Bioetica: l'aborto











Non si possono affrontare le questioni etiche secondo il sentire, secondo una percezione soggettiva, semplicemente per il fatto che siamo parte del Tutto. La bioetica è una scienza che mira a promuovere una migliore qualità della vita sul piano mentale, fisico e spirituale. 

In ambito Cristiano la bioetica trae spunto dalle leggi della natura, dall'insegnamento delle Sacre Scritture e dalla morale Evangelica; tutti quelli che sono o si definiscono Cristiani non possono prescindere da questa impostazione della bioetica.

Sebbene al Mondo esistano altre morali, non cristiane per intenderci, è innegabile il necessario collegamento con la Natura e le sue leggi se e quando si parla di bioetica in ogni settore, medico, scientifico, sociale. 

Il nostro tempo è teatro di grandi cambiamenti sul piano morale e ovviamente questo ha  delle importanti ripercussioni sul tema della vita e della sua qualità; per esempio è di attualità l'inquinamento, i cambiamenti climatici ad esso collegati, il problema della malnutrizione, lo sconvolgimento sociale sul piano della famiglia, dei figli e della identità personale. Questi sconvolgimenti seppur inquadrabili nel fisiologico cambiare dei tempi e delle culture, come già osservato nel passato dell'umanità, non possono che sottolineare un allontanamento dell'uomo e dei suoi comportamenti dalle leggi naturali, che quindi mette in discussione ogni concetto di bioetica. 

Esempio lampante è il diritto all'aborto, che seppur "ammissibile" sul piano di una qualche morale, cozza in maniera cruda con le leggi della natura, quindi si pone automaticamente fuori da una vera discussione bioetica  rappresentando solo ed esclusivamente una scelta giuridica adottata dall'uomo per l'uomo, che si pone evidentemente fuori dalla natura e dalla sua legge universale, che è la Vita. 

Con il termine aborto (dal latino perire) si intende una interruzione spontanea o provocata della gravidanza. Ciò che interessa la bioetica è ovviamente l'interruzione volontaria di gravidanza. Secondo la Dottrina della Chiesa Ortodossa, che a sua volta prende spunto dagli insegnamenti biblici ed evangelici, l'uomo è fatto ad immagine di Dio e la vita umana deve essere difesa fin dal concepimento. Fedele agli insegnamenti divini per i quali "Dio non ha fatto la morte, ne si rallegra per la fine dei viventi!" (Sapienza 1,13), ai comandamenti di Dio Padre :"Crescete e moltiplicatevi" ( Genesi 1,27); :"Non uccidere" (Esodo 20) e alla Didachè dove è detto chiaramente:" Tu non ucciderai con l'aborto il frutto del grembo e non farai perire il bimbo già nato" (Capitolo II,2) la Chiesa Ortodossa Italiana condanna la pratica dell'aborto procurato e volontario come peccato grave contro la morale e la Fede Cristiana ed equipara l'aborto procurato all'omicidio ( Corpus Canonum Ecclesia Orthodoxa Italica - Titolo IX, Canone 82 ). 

Personalmente condivido e sostengo una bioetica che si fonda sulle leggi della natura e sulla morale Cristiana e il mio invito a te, Cristiano che leggi, è a fare un attento discernimento del tuo pensiero e ritornare o continuare ad affermare con convinzione razionale e con Fede il tuo Battesimo in Cristo.
Sono convinto che mai come in questo momento l'espressione di manzoniana memoria sia attuale :"Il buonsenso c'era ma aveva paura del senso comune". 
È difficile oggi assumere posizioni altre rispetto a quelle dominanti, ma vorrei ricordare per primo a me stesso che essere Cristiani non è affare semplice, ma è ciò che il nostro Padre Celeste ci chiede e ci insegna attraverso Gesù nel Vangelo.


Padre Gianni De Paola - Esicasta, Esorcista, Naturopata, Parroco 
Parrocchia San Nicola Di Myra, Campomarino (CB).

  

giovedì 1 giugno 2023

Il Sacramento del Matrimonio

 Il Sacramento del Matrimonio



L’istituzione del Matrimonio si perde nella notte dei tempi, in ogni società e cultura esiste una forma di riconoscimento pubblico dell’unione di un uomo e una donna per costituire una Famiglia. Nella tradizione Cristiana, il Matrimonio è un Sacramento istituito da Dio; nell’Antico Testamento Dio dice: “ Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e saranno una sola carne”. ( Genesi 2,24).

Nelle Nozze di Cana, Gesù nella sua prima manifestazione pubblica conferma la validità e l’importanza di questa Istituzione, in cui l’uomo e la donna accolgono reciprocamente se stessi come dono di Dio senza dubbi ed esitazioni. 

Gli sposi chiedono alla Chiesa di rendere pubblica questa loro unione e di essere accompagnati nel compimento del “ mistero matrimoniale” voluto da Dio. Mentre in Occidente la Chiesa benedice ciò che due persone fanno, in Oriente il Matrimonio è qualcosa che viene fatto per loro dalla Chiesa. Dopo la libera richiesta di unirsi in matrimonio, gli sposi non dicono e non fanno nulla, ma da quel momento sono guidati dal Sacerdote, quindi dalla Chiesa alla Incoronazione. Gli sposi non mettono da soli nemmeno gli anelli, ma sarà il Sacerdote a farlo per loro. Il Matrimonio Ortodosso assume una reale dimensione sacramentale che come ogni Sacramento può e deve essere somministrato dalla Chiesa per mano dei suoi Sacerdoti. Il Sacramento matrimoniale diviene simile a quello eucaristico, quando per mezzo della transustanziazione i Doni del Pane e del Vino si trasformano nel Corpo e Sangue di Gesù e nel calice si uniscono divenendo il Dio Vivente! 


Così la coppia nel Sacramento matrimoniale non rimane le due persone unite da un contratto, ma si trasforma in qualcosa che non era, cioè in una Icona di Cristo e della sua Chiesa, la coppia diventa una Chiesa domestica. Nel Matrimonio Ortodosso vince quindi un modello di dono del proprio "sé" per quel “noi” e non un modello di “accoglienza” come fosse un ricevere qualcosa o qualcuno. Un dare e non un ricevere.

La Chiesa Ortodossa considera la procreazione atto legittimo e auspicabile del matrimonio, ma non l’unica finalità, poiché il matrimonio è ordinato anche al bene dei coniugi. A tal proposito la sessualità coniugale si inserisce in un atto di donazione reciproca tra uomo e donna oltre che per la procreazione anche per l’unità nel matrimonio. La Chiesa Ortodossa rifiuta ogni colpevolizzazione dell’amore coniugale e reputa lecito alle coppie di cooperare all’unione matrimoniale con il corpo per come Dio lo ha creato. 

L’uomo e la donna in piena libertà decidono di entrare nel mistero matrimoniale rinunciando al proprio "sé" per diventare icona della Famiglia, della Chiesa, che non è l’immagine della convivenza o della semplice unione procreativa, ma è il martirio del sé! Martirio che nel Matrimonio Ortodosso è simboleggiato dalle corone, le corone dei Martiri, che con il loro “Sì” accettano per il bene della Chiesa di Cristo.


            

   

                 Pace e Bene! 

                                                                                                        Padre Gianni De Paola 







Bibliografia:

  • Corpus Canonum Ecclesia Orthodoxa Italica

  • La Chiesa Ortodossa. Sacramenti e Riti (Ilarion Alfeev)

mercoledì 24 maggio 2023

Come un cane in Chiesa …

 Come un cane in Chiesa …



san Rocco e il cane (di nome Reste)

Venerdì 12 maggio 2023 su tutti i quotidiani d’Italia viene pubblicata la notizia che Papa Francesco aveva sgridato una donna che gli aveva chiesto di benedire il proprio cagnolino. Sulla veridicità della notizia non possono nascere dubbi perché non è stata divulgata da ambienti anti-cattolici  ma dal Papa stesso nel corso degli Stati Generali della Natalità, dove era presente anche il Capo del Governo italiano on. Giorgia Meloni. Ciò ha immediatamente sollevato un polverone di polemiche da parte di numerose associazioni animaliste. Il fatto raccontato dal Papa stesso si è svolto durante una delle udienze del mercoledì quando una signora si è avvicinata al Pontefice dicendo : "Me lo benedice il mio bambino, un cagnolino". Lì non ho avuto pazienza e l'ho sgridata: "Signora tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino"», ha raccontato Papa Francesco. «Fratelli e sorelle queste sono scene del presente, ma se le cose vanno così sarà l'abitudine del futuro, stiamo attenti». Non sembra che il Papa abbia detto di non amare gli animali ma di dare più attenzione alla sorte dei bambini che soffrono, ma ciò è bastato per renderlo antipatico al mondo animalista secondo il quale porta indegnamente il nome del serafico Santo, patrono di tutti gli animali, domestici o selvatici che siano. Certo riguardo il cane, come altri animali, è antica consuetudine di non farli entrare in Chiesa o in altri luoghi consacrati, tanto che se una persona è indesiderata si dice che è “come un cane in Chiesa”. Se di una persona si dice che è “sfortunato come un cane in Chiesa”, si pensa che sia a rischio bastonatura, come succedeva ai cani nei secoli scorsi quando i sacrestani venivano anche chiamati “scaccini”. Ma cosa dice la Bibbia del cane? Il Libro di Tobia (accolto nel canone ortodosso fin dal Concilio di Cartagine del 397 e confermato in quello cattolico dal Concilio di Trento del 1546, ma non facente parte della Tanakh o Bibbia ebraica e considerato apocrifo dai protestanti) ci racconta la storia di Tobia e dei suoi viaggi in Assiria e Media accompagnato dall’arcangelo Raffaele e da un cane (Tobia 6,1 e 11,4) e Gesù cita i cani nella parabola (Luca 16,19-31) del ricco Epulone (nome che significa “Banchettatore” utilizzato in ricordo al Collegio pagano degli Epulones, incaricati di organizzare banchetti e ludi/giochi in onore delle divinità, in primis di Giove) dove si parla di “Un mendicante, di nome Lazzaro, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.” In ambedue i racconti biblici i cani si dimostrano fedeli amici dell’uomo e rappresentano l’amicizia e la misericordia divina. 

san Guinefort levriere francese venerato dai cattolici fino al 1930


Se qualcuno passasse a Nosate, piccolo paese lombardo della Città Metropolitana di Milano e visitasse la Chiesa dedicata a San Gervaso, un santo pavese di origine irlandese, noterebbe con stupore il quadro raffigurante San Guniforte, un santo una volta localmente molto venerato e che veniva festeggiato il 22 agosto. Una volta, fino agli anni trenta del XX secolo, quanto il culto fu vietato dalla Chiesa Cattolica, questo santo era per i devoti nosatesi  il  protettore dei bambini e il patrono della città. Ma cosa ha di particolare questo San Guineforte e perché il culto ne è stato vietato? Basta guardare la raffigurazione del Santo e si noterà che non ha un aspetto umano  ma vi è raffigurato come un levriero (in tante altre località il santo fu umanizzato e raffigurato come un uomo con testa di cane, analogamente a San Cristofaro, raffigurato come cinocefalo nell’iconografia anatolica). Trattasi effettivamente di un Santo Cane o Cane Santo che, seppur il suo culto non sia stato mai ufficialmente autorizzato, ha perdurato per diversi secoli nella Francia centro-meridionale e in Italia settentrionale. Secondo la leggenda a Sandras, un piccolo comune francese della Regione Alvernia-Rodano-Alpi, della quale è capoluogo Lione, Guinefort era un cane levriero di proprietà di un ricco cavaliere, vissuto nel XIII secolo, posto alla guardia del castello padronale  che, quando il padrone tornò da una battuta di caccia e entrato nella stanza del figlio neonato la trovò a soqquadro, con  la culla rovesciata e il cane con le zanne insanguinate. Pensando che l’animale  avesse sbranato il bambino lo uccise con la spada. Poco dopo sentì il bambino piangere e lo trovò sotto la culla, nella quale invece era presente una vipera morta, uccisa dal cane. Avendo capito l’errore il cavaliere seppellì il cane sotto un cumulo di pietre. Successivamente la tomba divenne oggetto di devozione popolare e di pellegrinaggio da parte dei fedeli del lionese e il culto si diffuse dal Rodano alla Provenza fino a diverse zone dell’Italia settentrionale. La gente portava i bambini sulla tomba del santo cane per chiedere protezione e guarigione e la tomba era piena anche di ex voto per presunti miracoli ricevuti. Il culto, sopravvissuto per oltre sei secoli, è stato definitivamente proibito dalla Chiesa Cattolica soltanto nel 1830. 

Per curiosità, il cane di San Rocco di chiamava Reste e l’orso di san Serafino  Misha e l’Italia è uno dei paesi europei col maggior numero di animali domestici e, cifre del 2019, nelle nostre case vivono 7 milioni di cani e 7 milioni e mezzo di gatti. 


giovedì 26 gennaio 2023

Fede Ortodossa ed evangelizzazione

 Fede Ortodossa ed evangelizzazione




    La Chiesa Ortodossa Italiana, in quanto genuina espressione della Chiesa di Gesù Cristo, predica il Vangelo alle persone perché all’infuori di Cristo Verbo di Dio non v’è salvezza (Atti degli Apostoli 4:12). 

    Dicendo questo in un mondo ed un tempo così lontani dalla sensibilità della fede, esponiamo ma non imponiamo. 

    La nostra missione è di portare luce laddove ci sono tenebre morali, sociali e dottrinarie: Essendo Cristiani ed Ortodossi, ci atteniamo alla retta opinione [Ortodoxia] di fede. Non portiamo parole nostre, ma le parole del Signore poiché crediamo che l’annunzio del Santo Evangelo cambia la vita di chi lo accoglie con animo umile e contrito.  

                 L’Ortodossia è la più antica forma di Cristianesimo, storicamente risalente alla predicazione degli Apostoli; quindi, ciò che predichiamo sussiste da oltre duemila anni, ed è attuale per chiunque sia alla ricerca di Dio. 

    Con serenità ma anche con fermezza dico che tutti hanno bisogno della Buona Notizia [Euanghèlion] poiché nessuno può mettersi a posto con Dio ricorrendo alle proprie forze, ma deve riconoscersi bisognoso del segno supremo dell’amore di Dio, cioè la Croce di Gesù Cristo.

    L’Ortodossia non è un punto di vista antiquato sul Cristianesimo, ma è la risposta sicura ai dubbi dell’anima.

    Oggi ci confrontiamo con varie proposte di religiosità, molte delle quali allontanano dalla fede trasmessa una volta per sempre ai santi (Lettera di Giuda 1:3). 

    Non l’insano letteralismo biblico bensì il ritorno all’incorrotta comprensione ecclesiale della dottrina ci aiuterà a vivere in modo cristiano.

    Per noi il Vangelo non è un’opzione religiosa tra le altre ma il messaggio recante gioia e pace. E di queste due cose abbiamo più che mai un urgente bisogno. Non ci limitiamo a parlare di temi religiosi mq affrontiamo con l’attitudine missionaria varie tematiche politiche sociali e culturali, perché di Cristo e del Suo insegnamento si deve parlare in ogni occasione possibile (2^ Lettera a Timoteo 4:2).

    Ma cosa significa evangelizzare se non parlare di Gesù concretamente, senza fronzoli religiosi ma con la gioia di credere in Lui che è risorto dalla morte ed è vincitore sul maligno.

    L’evangelizzazione è proselitismo? Questo termine ha assunto una connotazione negativa, poiché storicamente associato a forme di imposizione religiosa. Il Signore Gesù parla piuttosto di fare discepoli (Vangelo di Matteo 28:19) cioè persone che vogliono imparare come servire Dio amandoLo nel prossimo. 

    I proseliti seguono una religione più o meno passivamente, mentre i discepoli hanno accolto la rivelazione di Dio la quale comporterà per loro un nuovo modo di vivere e relazionarsi.



    Evangelizziamo parlando di Dio, e parliamo di Dio perché siamo in ascolto della Sua Parola, pur con le  nostre fragilità e miserie.

La forza dell’Ortodossia è di continuare a dire Amen [così sia] a Dio anziché al mondo.

Padre Lino 
(Marco Soranno)

Richiesta di iscrizione ai Corsi

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