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sabato 11 novembre 2023

Le 33 lettere dell'alfabeto cirillico russo

      Trentatré fatti curiosi 

           sulle 33 lettere dell'alfabeto russo


Riportiamo delle curiose notizie sui simboli e suoni dell'alfabeto russo pubblicate dal sito RUSSIA BEYOND - https://it.rbth.com/istruzione/88687-trentatr%C3%A9-fatti-curiosi-sulle-trentatr%C3%A9?utm_source=Newsletter&utm_medium=Email&utm_campaign=Email

del 10 novembre u.s.

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Aleksandra Koroleva
Dalla A alla Z. Anzi: dalla A alla Я vi raccontiamo tutte le cose più interessanti sulle lettere del cirillico, sviluppato per le lingue slave nel IX secolo dai fratelli bizantini Cirillo e Metodio

А а

È la prima lettera dell’alfabeto russo e una delle più comuni. Deriva dall’alfa greca (α/Α) e praticamente non esistono parole autoctone russe che inizino con essa. Ad eccezione di “avos” (un concetto piuttosto importante; leggi qui). È interessante anche il fatto che nell’antico slavo questa lettera fosse chiamata “Аз” (“Az”), suonando come il pronome personale “io” dell’epoca: “Азъ”. Per esempio: “Азъ есмь царь” (“Io sono lo zar”), frase conosciuta da tutti i russi perché appare nella celebre commedia “Ivan Vasilevich menjaet professiju”

Б б

Graficamente non esiste una lettera simile nell’alfabeto latino, ma esiste il suono, e appartiene alla lettera B, derivata dal greco beta (β/Β) . In russo ha una funzione tutta sua: a una sola “б” viene spesso accorciata la particella “бы”, necessaria per i periodi ipotetici. “Если б я был султан…” (“Se fossi un sultano…“, si canta nel film sovietico “Una vergine da rubare”

В в

Questa lettera è simile nella grafia alla beta greca e alla B latina, ma si legge come la V italiana. Spesso, però, questa lettera viene pronunciata come f, ad esempio nella parola “amore” (“любовь”) o “martedì” (“вторник”). E a volte non viene pronunciata affatto! Come, ad esempio, la prima “в” nella parola “sentimento” (“чувство”). Inoltre, “в” è una preposizione, usata per stato in luogo e moto a luogo, come le italiane “in” e “a”.

Г г

Dal modo in cui un russo pronuncia questa lettera – se si trova all’inizio di una parola – si può capire da dove proviene! Nei dialetti delle regioni di Tula e Rjazan, ad esempio, questa consonante sonora dal suono occlusivo velare sonoro (G dura, in italiano) viene ammorbidita (diventando fricativa), mentre i russi meridionali della regione di Krasnodar la pronunciano come una X (Kh) (una G aspirata; e questa è la norma per la lingua ucraina). In russo esiste addirittura il verbo “gekat” (“гэкать”), che vuol dire “pronunciare la lettera Г in modo errato” (rispetto al russo standard). Detto questo, è perfettamente corretto trasformare la Г in una X (Kh) alla fine della parola “Dio” (“Бог”). La lettera viene dalla gamma (γ/Γ) greca.

Д д

Questa lettera deriva dalla greca delta (δ/Δ) e nell’alfabeto slavo antico era chiamata “добро” (che in russo vuol dire “buono”). Ma di buono ha ben poco per chi studia il russo, visto che la sua grafia è diversissima tra caratteri stampatelli (д) e corsivo (g)! In questo caso sembra fatta apposta per confonderla con la “g” dell’alfabeto latino. Un’altra particolarità è il fatto che il suono D diventa sordo alla fine delle parole e prima delle consonanti sorde. Quindi fate attenzione e riconoscete con certezza se vi stanno dicendo “codice” (“код”) o gatto (“кот”).

Е е 

Questa lettera è apparsa in questa forma dopo la riforma della lingua russa operata da Pietro il Grande e l’introduzione della cosiddetta “grafia civile” (in contrapposizione alla grafia ecclesiastica). In precedenza questa lettera aveva l’aspetto di Є, ma così era troppo facile confonderla con la lettera Э, che spesso viene chiamata “Э inversa”. Tra l’altro, hanno lo stesso suono. Ma alla E all’inizio di una parola o dopo una vocale si aggiunge il suono й (una i breve).

Ё ё

Questa lettera è stata approvata ufficialmente solo nel 1942, e prima di allora l’alfabeto russo contava 32 lettere. In precedenza, la Ё era considerata solo una variante della lettera E. Tuttavia, ancora oggi, Ё viene spesso discriminata e i punti raramente vengono messi al loro posto. I russi ritengono che sia chiaro dal contesto se si tratta di Е o di Ё. Ma poveri stranieri che imparano la lingua!

LEGGI ANCHE: Mettiamo i puntini sulla e! Storia della ё, la lettera più bistrattata dell’alfabeto russo 

Ж ж

È la lettera più “ronzante” della lingua russa. E in effetti con lei inizia la parola “scarabeo” (“жук”; “zhuk”) e ce ne sono ben tre nella parola “ronzio” (“жужжание”; “zhuzhzhanie”), e molti riconoscono addirittura uno scarabeo nella sua forma. In greco non esisteva una lettera di questo tipo, deriva dall’antico slavo dove indicava nientepopodimeno che la “vita” (“жизнь”).

З з

La lettera З aveva originariamente l’aspetto del suo analogo greco (ζ/Ζ) e latino (Z.) E per molto tempo è esistita in entrambe le varianti. Con il tempo, però, è stata usata solo la forma З. È bene fare attenzione a questa lettera, perché a volte si cambia letteralmente suono con la lettera C (corrispondente alla latina S). Ad esempio, nella parola “fiaba” (“сказка”) la З suona come una C; non “z” dunque, ma “s”. Al contrario, nel verbo “fare” (“сделать”) la C iniziale suona come una З, perché precede una д. In un gran numero di prefissi З e С sono addirittura intercambiabili, a seconda della lettera che viene dopo. Prendiamo come esempio le parole “non utile” e “non gioioso”: “бесполезный” si scrive con la С, ma “безрадостный” con la З.

И и

Deriva dalla lettera greca eta, quando già era diventata ita, e aveva cioè l’antica grafia (Η/η) ma il suono “i”. In slavo antico questa lettera era chiamata “izhe”, che si traduceva con “il quale”. Ancora oggi nella lingua russa si trova l’espressione “и иже с ними”, che si può tradurre “e compagnia bella”. Prima della riforma della lingua russa del 1917, nell’alfabeto russo c’era anche la lettera “I”, derivata dalla iota greca (ι/Ι), ma i bolscevichi l’hanno sostituita con la И. Ad esempio, la parola “мiр” indicava il “mondo” e la parola “мир” la “pace”. Oggi sono entrambe “мир”.

Й й

È interessante cercare di ricordare quali parole inizino con la Й. Molto poche: “йод” (“iodio”), “йога” (“yoga”), “йогурт” (“yogurt”)… Ovviamente, si tratta di parole prese in prestito. Ufficialmente, come lettera a sé stante la й è apparsa solo nel XX secolo, e prima di allora era indicata dalla lettera Ī con un trattino in cima. Il suono stesso, una via di mezzo tra И e J è chiamato “И краткое” (“I kratkoe”; ossia “i breve”).

K k 

Questa lettera proviene dal greco (κ/Κ) ed è familiare anche a chi conosce l’alfabeto latino. Solo la grafia è un po’ diversa. Non k/K, ma к/К. La lettera minuscola russa non ha una linea verticale prominente verso l’alto, è solo una copia ridotta della lettera maiuscola, che non va oltre la riga. È di fatto impossibile trovare la combinazione di “к” con le lettere “ы” o “э” nelle parole russe. Può avvenire solo in parole provenienti dalle lingue dei popoli della Russia: “акын” (“akyn”; un cantastorie dall’Asia centrale) o prese in prestito dall’estero “кэш” (“cache” in informatica, o slang per “cash”; “soldi in contante”).

Л л

Ufficialmente la lettera si chiama “el”, ma la scrittura è simile non all’analogo latino (L), bensì al lambda greco (λ/Λ). E in corsivo si scrive proprio in questo modo. Nel testo stampatello assomiglia invece alla lettera russa П (la P latina), ma con un ricciolo a sinistra. Fu nel XIX secolo che gli stampatori di San Pietroburgo introdussero questa moda, che oggi è la norma.

М м

Questa lettera si trova nella capitale e in altre città russe, stampata in rosso in grande: è il segno della metropolitana. La lettera si legge come la latina M/m, ma poiché deriva dal greco (μ/Μ), la minuscola ha acquisito una diversa grafia: М/м. Si ammorbidisce dopo molti suoni vocalici, per cui è diventata la lettera più dolce della lingua russa. Il gatto fa “мяу” (“mjau”), e per indicare lo sdilinquirsi si emette l’onomatopeico “мимими” (“mimimi”).

Н н

È la lettera responsabile della negazione e del rifiuto. “Нет, не, никак”; “Net, ne, nikak”; insomma, assolutamente NO. È la lettera più usata tra le consonanti. Deriva dalla lettera ni (ν/Ν) dell’alfabeto greco e confonde tutti gli stranieri perché non si scrive N come in latino e greco, ma come H (ma non è una acca!). Ma non è sempre stato così. Negli antichi testi ecclesiastici, la barra trasversale della lettera era inclinata, ma al centro tra le linee verticali. È sotto Pietro il Grande che la barra trasversale si spostò definitivamente in posizione orizzontale.

O o

È la lettera più usata in assoluto nella lingua russa. Ma i russi nelle sillabe non accentate la pronunciano come qualcosa tra una O e una A (anche se agli stranieri sembra spesso proprio una A), utilizzando un suono che la fonetica indica così: ɐ. I moscoviti sono spesso derisi nelle altre regioni perché allungano il nome della loro città, che suona “Maaaaaskvá”. E i russi pronunciano l’ex presidente statunitense Obama come “Abama”, confondendo gli americani che non sanno di si stia parlando. Ma nei villaggi del Nord russo si possono incontrare persone che “okajut”, cioè che, in modo innaturale per l’orecchio del russo moderno, pronunciano tutte le lettere O come O, anche quelle non accentate.

LEGGI ANCHE: Ci sono dialetti nella lingua russa? 

П п

Conoscete sicuramente il π dalla matematica, ed è da questa lettera greca (π/Π) che la П è apparsa in russo (dove è chiamata “pe” e non “pi”). Ma attenzione! In corsivo la п minuscola è spesso scritta in modo estremamente simile alla “n” latina.

Р р

Anche questa lettera confonde spesso gli stranieri che la prendono per una pi. Dopotutto, sembra proprio una P, ma in russo P la R (anche in questo caso l’origine è greca, dove il rho si scrive ρ/Ρ). Ma questa lettera la imparerete presto: le parole “Russia” (“Россия”), “russo” (русский) e “rublo” (“рубль”, e c’è anche il simbolo grafico ₽) iniziano tutte con questa lettera! Nell’antichità era chiamata “rtsi” (“рьци”) o “рцы” (“rtsy”) e significava “parlare”.

С с

Una volta c’era anche la S in russo, che peraltro esiste ancora in alcuni alfabeti cirillici (ad esempio in quello macedone, dove è chiamata “dze”). Entrambe le lettere risalgono al sigma greco (σ/Σ, e in finale di parola: ς). All’inizio del XVIII secolo Pietro il Grande introdusse la grafia civile e la S cirillica, spesso più simile nel suono a una Z, si fuse con la “З”. Allo stesso tempo la С (che corrisponde alla S latina) mantenne la sua forma. Si ritiene che abbia acquisito la forma della sigma greca minuscola a fondo parola – ς – con la perdita della coda inferiore per semplicità. La C è una lettera importante, perché significa “parola”; “Verbo”. “In principio era il Verbo”, dice la prima riga del Vangelo.

Т т

La T deriva dal greco Tau (τ/Τ), e la grafia è un po’ diversa dalla t latina. Fate attenzione, poi, perché in corsivo la t minuscola assomiglia più alla “m” latina. È una delle poche lettere della lingua russa che a volte non si legge per niente. Ad esempio, nelle complesse combinazioni “стн” (“stn”), “стск” (“stsk”) e altre; in parole come “лестница” (“scale”) o “счастливый” (“felice”).

У у

Per come si scrive questa lettera assomiglia alla Y/y latina o alla Ypsilon greca (υ/Υ). Ma in realtà la storia di questa lettera, apparsa solo sotto Pietro il Grande con la nuova grafia civile, è più complicata. Oggi la U russa corrisponde in fonetica al suono U [u], ma prima veniva scritta come combinazione di due lettere: la O e la “izhitsa” (Ѵ, ѵ), una lettera che a sua volta derivava dalla ypsilon e corrispondeva al suono [i]. Questo “Ou” in forma scritta aveva sempre un aspetto diverso: appariva o così Ꙋ, o così ꙋ. Pertanto, è stato semplificato fino ad arrivare alla forma У.

Ф ф

Se volete esprimere il vostro disappunto, vi basta pronunciare questa lettera. In russo “фыркать” (“fyrkat”) significa “sbuffare”, e con “фу” (“fu”) e “фи (”fi”) i russi esprimono disgusto e schifo. La lettera deriva dalla greca phi (φ/Φ) e si trova spesso nelle parole prese in prestito. 

Х х

Nelle chat russe questa lettera è responsabile delle risate (“хихихи” e “ахаха”). Inoltre appare in un gran numero di parole oscene, che non possiamo citare in questa sede, nonché in un numero ancora maggiore di loro derivati. Si traslittera con “Kh”. Ma serve anche per alcune parole “sante”, come ad esempio “херувимы” (“kheruvimy”), cioè “cherubini”, e “христиане” (“khristiane”) cioè “cristiani”.

Ц ц

Questa lettera corrisponde al suono “ts”, quindi si trova nelle parole straniere al posto della C o della Z latine: per esempio, in “Цезарь” (Cesare… o la Caesar Salad) o in “пицца” (“pizza”). Inoltre, “ts” è un’interiezione, anche molto espressiva. Si può, per esempio “цыкнуть” (“tsyknut”, cioè “fare ts”) per “far star zitto” qualcuno che parla a teatro o al cinema. Oppure si può emettere uno “ts” quando il capo dice che bisogna rifare da capo una relazione. Si può anche “цокнуть” (“tsoknut”), che vuol dire “sbattere (con il tacco)” o “schioccare (la lingua)”.

Ч ч

Nell’antico slavo questa lettera significava “червь”, cioè “verme”. Deriva dal segno cirillico Ҁ (“koppa”), che proveniva dal sistema numerico greco antico e indicava il numero 90. Di conseguenza, anche la Ч russa ha una scrittura “a scodella”, ma non verticale, bensì orizzontale. Nelle combinazioni con altre lettere la Ч cerca sempre di scomparire: “что” (“che”, “cosa”) si pronuncia non “chto” ma come se fosse scritto “што” (“shto”), e lo stesso fenomeno fonetico si ha in “конечно” (“certamente”). Nell’antico accento moscovita c’erano molte altre metamorfosi di questo tipo. Ad esempio la parola “булочная” (“panetteria”) veniva pronunciata non “bulochnaja” ma “buloshnaja”.

Ш ш

È la più frusciante tra le lettere sibilanti della lingua russa. E la più difficile da riconoscere in corsivo. La parola “шиншилла”, “cincillà”, per esempio, si scrive così:

Molto probabilmente è entrata in russo dalla lettera “shin” dell’alfabeto ebraico. Tra l’altro, ufficialmente la lettera si chiama “sha”, e la stessa interiezione viene usata (più spesso nel Sud) per chiedere a qualcuno di chiudere la bocca… 

Щ щ

È la lettera più terribile e mostruosa, che nella traslitterazione inglese diventa “shch”. Povero Хрущёв! Il primo segretario del Pcus diventa Khrushchev… In molte lingue slave, tuttavia, esistono i suoni Ш+Т o Ш+Ч che questa lettera indica. Si può dire “ща” “shcha” se si viene chiamati per andare da qualche parte. Oppure si può dire “ага, щаз прям!” (“agá, shchas prjam!”) se non si vuole fare quello che ci viene chiesto.

Ъ ъ

Questa lettera non viene letta in alcun modo, si chiama ”твёрдый знак” (“tvjordyj znak”), ossia “segno duro” e ha una funzione puramente tecnica di separatore nel caso in cui il prefisso di una parola finisca in consonante e la radice in vocale. Ad esempio, nel termine “объявление” (“objavlenie”), cioè “annuncio”. In alcune lingue o in fonetica si utilizza un apostrofo a questo scopo. Tuttavia, prima della Rivoluzione del 1917, questa lettera era molto più comune. Si chiamava “Еръ” (“Er”) e spesso si trovava alla fine delle parole, dopo una consonante, per indicare il genere maschile. Si vedeva di frequente sulle insegne dei negozi. Per esempio “Smirnoff” si scriveva “Смирновъ”.

LEGGI ANCHE: Il segno duro Ъ: a cosa serve la lettera più strana dell’alfabeto russo 

Ы ы

È la lettera più difficile da pronunciare per gli stranieri. Non esistono parole nella lingua russa che inizino per Ы, ad eccezione dei toponimi nelle repubbliche in cui è diffusa un’altra lingua locale. Per esempio, in Jacuzia c’è il fiume Ыгыатта (Ygyatta). Oggi la Ы (traslitterata Y) è anche la lettera più divertente dell’alfabeto russo. In primo luogo, “Operazione Y e altre avventure di Shurik” è un’iconica commedia sovietica. In secondo luogo, nel linguaggio di Internet, “Ы”, così come “Ыыыыы”, significa “risata”; è la versione russa di LOL. E si usa su per una battuta non proprio intellettuale o per un meme stupido. Provate a mettere i denti inferiori in avanti e a pronunciare un “Ыыы” prolungato e capirete.

LEGGI ANCHE: La Ы in russo: tutte le regole di questa strana lettera e i consigli per la sua difficile pronuncia 

Ь ь

Il “Мягкий знак” (“Mjagkij znak”); “segno morbido” proprio come il segno duro non si legge, ma ha molte funzioni tecniche. È necessario per separare vocali e consonanti, e parole come “семя” e “семья” non solo si leggono in modo diverso, ma hanno anche significati diversi: “seme” e “famiglia”. Inoltre, questo segno ammorbidisce le consonanti alla fine di una parola. Confrontate “мат” e “мать“: “parolacce” e “madre”. Inoltre, un ь alla fine di un verbo indica la forma all’infinito. Un grande numero di errori, su dove il ь vada o non vada, sono commessi non solo gli stranieri, ma anche i russi stessi, ad esempio nei verbi che terminano in -ться/ -тся.

LEGGI ANCHE: Il segno morbido Ь: perché esiste questa lettera in russo e come va usata correttamente? 

Э э

Abbiamo già parlato della Э (detta “e rovesciata”) nel paragrafo sulla E. Un tempo c’erano due lettere speculari: Є ed Э. Ma sotto Pietro il Grande la Э rimase sola. La lettera Э è usata più spesso nelle parole in prestito (come “поэт”; “poeta”, o “сэр”; “Sir”), ma anche nei pronomi come “этот” (“etot”; “questo”) o in onomatopeiche come “эх” (“eh”) o “эгегей” (“ehiehiehi”).

Ю ю

Questa lettera è apparsa all’inizio del XVIII secolo da un composto di tre suoni: І+ОУ. È usata piuttosto raramente, spesso in parole e nomi presi in prestito; ad esempio “Юпитер” (“Jupiter”; ossia “Giove”). Si può trovare nella desinenza dei verbi al presente in prima persona: per esempio “люблю” (“ljubljú”; “io amo”) o in alcune forme della declinazione dei sostantivi (ad esempio nel caso dativo: “князю”; “knjazju”; “al principe”). Attenzione perché la lettera Ю ha molte eccezioni e non tutte le lettere possono esserle abbinate.

Я я

È l’ultima lettera dell’alfabeto (per cui in russo “dalla a alla zeta” si dice in realtà “от а до я”; “dalla a alla ja”) e allo stesso tempo è il pronome personale di prima persona (я = io). Questa lettera è l’immagine speculare della R latina, quindi spesso confonde sia gli stranieri sia i bambini russi che stanno imparando a scrivere (per loro la R è spesso più facile da riprodurre). Un tempo la lettera aveva l’aspetto di IA, ma sotto Pietro il Grande fu fusa in un’unica lettera con qualche sistemazione grafica. A seconda della posizione, della lettera che segue e di dove cade l’accento va incontro a fenomeni fonetici di riduzione.


LEGGI ANCHE: Così Stalin salvò la Russia dal passaggio all’alfabeto latino 

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giovedì 7 settembre 2023

8 settembre - Natività di Maria

 


8 settembre - Natività di Maria



(chi sta su twitter è invitato a repostare)


Natività della Theotokos (da Orthodoxwiki)

La Natività della Theotokos

La Natività della Theotokos è una delle grandi feste   della Chiesa Ortodossa Chiesa Ortodossa.

La Santa Vergine e Theotokos Maria, nacque da genitori anziani e precedentemente sterili con i nomi di Giovacchino e Anna, in risposta alle loro preghiere. I cristiani ortodossi non aderiscono alla dottrina cattolica dell'Immacolata Concezione, in cui si suppone che Maria sia stata preservata dal peccato ancestrale che colpisce tutti noi come discendenti di Adamo ed Eva, in previsione della sua nascita senza peccato. Gli ortodossi credono che Maria abbia effettivamente ricevuto il peccato ancestrale, essendo stata concepita nel modo normale dell'umanità, e quindi avesse bisogno della salvezza come tutta l'umanità. Il pensiero ortodosso varia sul fatto se Maria abbia mai effettivamente peccato, sebbene vi sia un accordo generale sul fatto che sia stata purificata dal peccato durante l'Annunciazione.

Celebrazione della festa

A volte il Mattutino  viene servito la mattina della festa. La lettura del Vangelo è tratta da Luca 1:39-49, 56. 
Si legge in tutte le feste della Theotokos e include:  "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato il Signore umile condizione della sua serva, perché ecco, d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata».


Letture della Divina Liturgia: 

Apostolos (dalla Lettera di San Paolo ai Filippesi: 2,5-11)

Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; 1e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

parla di «Cristo Gesù, il quale, essendo nella forma di Dio, non considerò un furto l'essere uguale a Dio, ma non si svergognò assumendo la forma di schiavo e simile agli uomini». 

Evangeliario (dal Vangelo secondo Luca : 10,38-42 e 11:27-28)

Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

In esso, dice il Signore, «beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Inni

Tropario (tono 4)

La tua Natività, o Vergine,
Ha proclamato la gioia a tutto l'universo!
Il sole di giustizia, Cristo nostro Dio,
Ha brillato da te, o Theotokos!
Annullando la maledizione,
Ha concesso una benedizione.
Distruggendo la morte, Egli ci ha concesso la Vita eterna.
Kontakion (tono 4)

Per la tua Natività, o Vergine purissima,
Gioacchino e Anna vengono liberati dalla sterilità;
Adamo ed Eva, dalla corruzione della morte.
E noi, il tuo popolo, liberato dalla colpa del peccato, celebriamo e cantiamo per te:
La donna sterile partorisce la Theotokos, la nutritrice della nostra vita!

Inni prefestivi

Tropario (tono 4)

Oggi dal tronco di Iesse e dai lombi di Davide,
Sta nascendo per noi l'ancella di Dio Maria.
Perciò tutta la creazione si rinnova e gioisce!
Cielo e terra gioiscono insieme.
Lodatela, famiglie delle nazioni,
Perché Gioacchino esulta e Anna festeggia gridando:
"La sterile partorisce la Theotokos, la Nutritrice della nostra vita!"

Kontakion (tono 3)

Oggi la Vergine Theotokos Maria
La camera nuziale dello Sposo Celeste
Per volontà di Dio nasce da donna sterile,
Essere preparati come il carro di Dio la Parola.
A questo è stata preordinata, poiché è la porta divina e la vera Madre della Vita.


sabato 5 agosto 2023

Convenzione Institut Montpensier - Unisag

 

Convenzione

Institut Montpensier

(Istituto Universitario di Scienze Umane)

e

Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo (UNISAG)

 

E’ stata sottoscritta tra la nostra struttura accademica per la formazione teologica del clero e dei fedeli ortodossi UNISAG (Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo) e  Institut Montpensier, istituto universitario di lingua francese per l’insegnamento e la ricerca multidisciplinare  che prende il nome da Francesco di Borbone, Duca di Montpensier, Principe Sovrano di Dombe e Delfino d’Alvernia (1542-1592), grande servitore dello Stato che volle promuovere il mantenimento della pace civile e l’unità del regno. Questo istituto universitario per la ricerca scientifica e l’insegnamento si sviluppò in occasione della il rilancio del processo di cooperazione euromediterranea e di Barcellona I e II (1995-1999). Nell’ambito della cooperazione euromediterranea, l’Istituto ha avviato collaborazioni con enti di ricerca e di insegnamento al fine di rafforzare la cooperazione internazionale nei campi della conoscenza, della ricerca e della formazione.

In questo contesto annovera tra i suoi partner le università di Rabat, Marrakech e Agadir.

L’Institut Montpensier mira a incoraggiare la ricerca interuniversitaria e favorire le relazioni tra ricercatori, membri della società civile e ONG attraverso partenariati internazionali con organizzazioni di ricerca e insegnamento.

L’Institut Montpensier lavora per la nascita di progetti di ricerca internazionali con l’obiettivo di essere una delle piattaforme universitarie per la cooperazione scientifica nell’area euromediterranea.

La sua vocazione è quella di promuovere la ricerca interuniversitaria, deve assumere un ruolo di scout, soprattutto in questi tempi di tensioni identitarie o nazionali, e di facilitatore delle interazioni tra ricercatori, membri della società civile e ONG.

Nell’ambito della cooperazione euromediterranea e africana, l’Istituto intende avviare partnership con enti di ricerca e di insegnamento al fine di rafforzare la cooperazione nei campi della conoscenza, della ricerca e della formazione. collaborare con organizzazioni come il Centro di studi internazionali sulla romanità dell’Università di La Rochelle. Associazione Mediterranea, nonché progetti di partenariato in via di definizione con le università di Belgrado (Serbia), Genova (Italia). La nostra prospettiva è quella di creare una prima sede in Sardegna UNIPHI CAMPUS CARLO ALBERTO

Le infrastrutture dell’Istituto sono costituite da diversi centri di ricerca tra cui l’International Center for Research on Public Policy (CERIPP) e il René d’Anjou Humanities Laboratory (LAHRA). È nell’ambito dell’attività di questi due laboratori che è stato sviluppato un programma di ricerca triennale (2023-2025) sulle sfide della multidisciplinarietà e sul rapporto tra conoscenza e intelligenza artificiale. Questo con l’obiettivo di diventare un centro di cooperazione nella ricerca scientifica in Europa e in Africa

e lUniversità Ortodossa San Giovanni Crisostomo

L’Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo (UNISAG) è una struttura accademica della Chiesa Ortodossa Italiana, comunità religiosa fondata l’8 giugno 2014 a San Michele Mondovì (CN), per costituire una realtà nazionale indipendente da giurisdizioni straniere. La Chiesa Ortodossa Italiana rappresenta una comunità giovane, ma nel contempo antichissima, perché rigorosamente fedele alla Verità del Cristianesimo originario e ai canoni della Chiesa indivisa del primo millennio. La Chiesa Ortodossa Italiana è orgogliosa della propria autonomia e delle proprie peculiarità ma contemporaneamente, desidera un dialogo costante con ogni realtà del Cristianesimo Ortodosso e non,  nazionale ed internazionale, tanto che è in comunione con diverse chiese autocefale e fa parte di importanti organismi internazionali quali l’UICOA – Unione Internazionale delle Chiese Ortodosse Autocefale.

La più alta struttura di formazione teologico-religiosa della Chiesa, della quale è Rettore l’Arcivescovo Metropolita mons. Filippo Ortenzi è l’Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo, con sede centrale a Roma e sedi distaccate a Brescia, Foggia, Catania e al Cairo (Egitto).

 

L’Università è regolata dal Canone 42 dal  Codex Canonum delle Chiesa Ortodossa Italiana. Per la preparazione dei propri chierici, monaci e per i fedeli che vogliono approfondire la loro cultura religiosa la nostra Chiesa ha istituito una Università Teologica denominata: Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo per curare la preparazione accademica nella conoscenza dell’ortodossia antica e contemporanea, con particolari attenzioni alle tradizioni storiche, liturgiche, teologiche, umanistiche e culturali. Dall’Università, che potrà avere succursali in tutte le Diocesi ed Esarcati, dipendono i Dipartimenti: 1) Storia, Teologia e Spiritualità Ortodossa (dott. Max Giusio); Scienze Storico-Religiose (dott. Max Giusio); Araldica Ecclesiastica (conte Enzo Modulo Morosini) e Scienze Ambientali e del Creato (ing. dott. Ambrogio Giordano).

L’Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo che, fino ad ora, si è caratterizzata per corsi di Storia, Spiritualità e Teologia Ortodossa, Esicasmo ed Esorcismo è iscritta quale Ente di Formazione e Ricerca al R.T. della Comunità Europea al n. 686411142111-53

ACCORDO

Questo accordo si basa sul principio di reciprocità ed esprime l’interesse di entrambe le Parti nello scambio di studiosi, ricercatori, studenti informazioni accademiche e materiali nella convinzione che l’istituzione di tale programma di cooperazione aumenterà la qualità di processo di ricerca e d’istruzione.

  1. Le parti convengono nell’incoraggiare lo sviluppo dei seguenti programmi di scambio basati sulle rispettive esigenze accademiche, di ricerca e di istruzione:

– Scambi di docenti e ricercatori

– Mobilità studenti ( universitari, laureati, dottorandi )

– Tirocini e studenti in visita

– Organizzazione di corsi di laurea congiunti ( doppio diploma )

– Organizzazione di programma di ricerca congiunti

– Organizzazione di conferenze e seminari

– Organizzazione di altri scambi accademici di interesse per entrambe le istituzioni

– Organizzazione di corsi di formazione con relativi attestati

– Organizzazione di corsi parauniversitari

– Organizzazione di corsi specializzati per enti e imprese

  1. Le Parti riconoscono che l’attuazione di qualsiasi scambio dipenderà dagli interessi accademici e formativi e di ricerca nonché dalle competenze dei singoli docenti e dei ricercatori e dalla disponibilità di risorse finanziarie.

Di conseguenza, l’attuazione di ciascun programma basato su questo accordo deve essere negoziata e determinata separatamente da entrambe le Parti.

  1. Le Parti concordano nell’organizzare eventi congiunti per rafforzare gli scambi reciproci.
  2. I programmi di cooperazione annuali saranno pianificati e presentati alle autorità amministrative competenti, così come le relazioni annuali prodotte da ciascuna parte e inviate all’altra, insieme a suggerimenti per miglioramenti.
  3. Il presente accordo non impone alle Parti alcun obbligo finanziario opatrimoniale. Con esso si intende descrivere la natura e suggerire le linee guida della cooperazione così come sopra descritte. Pertanto, nulla incide sulla piena autonomia di entrambe le istituzioni, né eventuali vincoli saranno imposti agli altri nel portare a termine quanto sottoscritto.
  4. L’accordo entrerà in vigore il giorno in cui i rappresentanti di entrambe le parti lo sottoscriveranno e resterà in vigore per un periodo di 5 ( cinque ) anni, tempo necessario per conoscersi e solidificare il rapporto facendolo crescere e motivandolo. 

Resta inoltre inteso che ciascuna istituzione può recedere dall’accordo in qualsiasi momento, previa consultazione al fine di evitare eventuali disagi per l’altra istituzione.

L’accordo è stato sottoscritto tra il Rettore dell’UNISAG S.B. Mons. dott. Filippo Ortenzi e il dott. Giuseppe Scibilia, responsabile delle pubbliche relazioni e delle relazioni esterne en Italia, rappresentare legale dell’Instituto Montpensier -UNIPHI -Campus CARLO ALBERTO

 

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